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Dimissioni:
1) Quali sono le conseguenze dell dimissioni senza giusta causa?
“Se il giudice accerti che non vi è giusta causa di dimissioni, il lavoratore è inadempiente e sarà tenuto al versamento dell’ indennità sostitutiva di preavviso e al risarcimento dei danni subiti dal datore di lavoro.”
(Cass. Civ. 23 dicembre 1992, n. 13597).
2) Il datore di lavoro può incentivare i propri dipendenti alle dimissioni?
“Il datore di lavoro che offra un incentivo economico ai dipendenti che decidano di rassegnare le entro un certo termine pone in essere un comportamento lecito”.
(Cass. Civ. 22 gennaio 1994, n. 600).
3) Sono annullabili le dimissioni?
“Lo stato di temporaneo turbamento psichico dovuto ad una sindrome ansioso-depressiva può legittimare la richiesta di annullamento delle dimissioni”.
(Cass. Civ. 15 gennaio 2004, n. 515).
4) Il lavoratore a tempo determinato può dimettersi prima della scadenza se vi è giusta causa di recesso?
“Unica eccezione al principio di divieto di recesso nel contratto di lavoro a tempo determinato è rappresentata dalla sussistenza di una giusta causa di recesso nel qual caso il lavoratore avrà diritto al risarcimento del danno suscettibile di essere rapportato, secondo quanto si legge in alcune pronunzie alle somme che avrebbe percepito se il contratto di lavoro avesse avuto la durata prevista. È fatta salva in ogni caso la prova, da parte del datore di lavoro, che il dipendente dimissionario abbia comunque svolto altra attività lavorativa percependo le relative retribuzioni”.
(Cass. Civ. 3 febbraio 1996, n. 924).
5) In quali casi non sono dovute le indennità per dimissioni della lavoratrice madre?
“Le indennità previste a beneficio della lavoratrice madre dimissionaria non sono dovute ove il datore di lavoro dimostri che la dipendente abbia iniziato un nuovo lavoro subito dopo le dimissioni, salvo che quest’ultima non provi, a sua volta, che il nuovo impiego sia in qualche misura meno vantaggioso del precedente, non necessariamente da un punto di vista economico ma anche per aspetti di carattere non patrimoniale (ad es. maggiore penosità delle mansioni, maggiore distanza della sede di lavoro dalla propria abitazione, ecc.” .
(Cass. Civ. 19 agosto 2000, n. 10994)