La notifica nelle mani del portiere è nulla se non accompagnata dalla attestazione del mancato rinvenimento delle persone ad esso preferite, e se non è stata spedita la raccomandata attestante l'avvenuta notificazione

In caso di notifica nelle mani del portiere, l'ufficiale giudiziario deve dare atto, oltre che dell'inutile tentativo di consegna a mani proprie per l'assenza del destinatario, delle vane ricerche delle altre persone preferenzialmente abilitate a ricevere l'atto, onde, nel riferire al riguardo, sebbene non debba necessariamente fare uso di formule sacramentali, deve, nondimeno, attestare chiaramente l'assenza del destinatario e dei soggetti rientranti nelle categorie contemplate dall'articolo 139 cod. proc. civ., comma 2 la successione preferenziale dei quali e' tassativamente prevista. E' pertanto nulla la notificazione nelle mani del portiere quando la relazione dell'ufficiale giudiziario non contenga l'attestazione del mancato rinvenimento delle persone indicate nella norma citata (Corte di Cassazione Sezione 2 Civile, Sentenza del 21 ottobre 2009, n. 22343).



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REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SETTIMJ Giovanni - Presidente

Dott. MIGLIUCCI Emilio - Consigliere

Dott. PARZIALE Ippolisto - Consigliere

Dott. D'ASCOLA Pasquale - rel. Consigliere

Dott. DE CHIARA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso 12759-2006 proposto da:

PA. GI. , elettivamente domiciliata in ROMA, VIA CICERONE 28, presso lo studio dell'avvocato SALVIATI ANDREA, che la rappresenta e difende;

- ricorrente -

contro

COMUNE DI ROMA in persona del Sindaco pro tempore;

- intimato -

avverso la sentenza n. 34897/2005 della GIUDICE DI PACE di ROMA, depositata il 09/08/2005;

udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 10/07/2009 dal Consigliere Dott. PASQUALE D'ASCOLA;

udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. PATRONE Ignazio che ha concluso per accoglimento del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sentenza 9 agosto 2 005 il giudice di pace di Roma rigettava l'opposizione proposta da Pa.Gi. avverso la cartella esattoriale n. (OMESSO), relativa a sanzione amministrativa per violazione articolo 158 C.d.S., comma 1, accertata dal Comune di Roma. L'opponente aveva lamentato l'omessa notifica del verbale, atteso che la notifica era stata ricevuta dal portiere senza esser stata seguita dalla raccomandata dovuta ex articolo 139 c.p.c.. Il giudicante assumeva che l'omissione era irrilevante, salva la dimostrazione dell'esistenza un "contrasto di interessi qualificato" con il portiere, tale da escludere "il rapporto di fiducia".

La Pa. ha proposto ricorso per cassazione, notificato il 14 aprile 2006,affidandosi a tre motivi: i primi due relativi alla violazione dell'articolo art 139 c.p.c. e al relativo vizio motivazione; il terzo relativo a omessa immediata contestazione dell'infrazione, da far valere in sede di opposizione recuperatoria contro il verbale che non era stato possibile impugnare. Il Comune di Roma e' rimasto intimato.

Avviata la trattazione con il rito previsto per il procedimento in camera di consiglio, il procuratore generale ha chiesto l'accoglimento del ricorso perche' manifestamente fondato.

In sede di adunanza camerale, la causa e' stata rimessa a pubblica udienza con ordinanza interlocutoria depositata il 10 dicembre 2008.

MOTIVI DELLA DECISIONE

E' incontroverso che l'accertamento della violazione sia stato notificato ai sensi dell'articolo 139 c.p.c. mediante consegna di copia dell'atto, in assenza della destinataria, al portiere dello stabile presso cui la Pa. risiedeva. Risulta inoltre dalla sentenza impugnata che la notifica non venne seguita dall'avviso al destinatario dell'avvenuta notificazione dell'atto, a mezzo di lettera raccomandata, previsto dal comma 4 dell'articolo citato.

Detta omissione e' oggetto del primo motivo di ricorso.

Il secondo motivo, pur presentato quale vizio di motivazione, denuncia violazione dell'articolo 139 c.p.c., comma 2 per avere il giudicante del tutto omesso di pronunciarsi circa la nullita' della medesima notifica per la mancata indicazione nella relata della effettuazione delle ricerche del destinatario e degli altri soggetti preferenzialmente abilitati a ricevere il piego, prima della consegna al portiere. Il motivo, correttamente inteso, si risolve nella denuncia di un vizio in procedendo, cioe' di violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato e quindi dell'articolo 112 c.p.c.. Esso e' fondato. Le Sezioni unite di questa Corte, con sentenza n. 11332/05 hanno stabilito che in caso di notifica nelle mani del portiere, l'ufficiale giudiziario deve dare atto, oltre che dell'inutile tentativo di consegna a mani proprie per l'assenza del destinatario, delle vane ricerche delle altre persone preferenzialmente abilitate a ricevere l'atto, onde, nel riferire al riguardo, sebbene non debba necessariamente fare uso di formule sacramentali, deve, nondimeno, attestare chiaramente l'assenza del destinatario e dei soggetti rientranti nelle categorie contemplate dall'articolo 139 cod. proc. civ., comma 2 la successione preferenziale dei quali e' tassativamente prevista. E' pertanto nulla la notificazione nelle mani del portiere quando la relazione dell'ufficiale giudiziario non contenga l'attestazione del mancato rinvenimento delle persone indicate nella norma citata (v. anche Cass. 6101/06; 6021/07). L'esame degli atti, consentito dalla natura processuale della censura, consente di verificare che il messo notificatore (tal Ra.Ma. ) nel consegnare l'atto al portiere dello stabile sig. Fi. omise del tutto tale attestazione, cosi' viziando il procedimento di notificazione.

Il medesimo rigore deve ispirare la valutazione circa la incompletezza del procedimento per omesso inviso della raccomandata di cui all'articolo 139 c.p.c., comma 4. Questa sezione ha pertanto in proposito ritenuto gia' in altre occasioni che nella notificazione eseguita ex articolo 139 c.p.c., comma 3 l'omessa spedizione della raccomandata prescritta dal comma 4 della medesima disposizione non costituisce una mera irregolarita', ma un vizio dell'attivita' dell'ufficiale giudiziario che determina, fatti salvi gli effetti della consegna dell'atto dal notificante all'ufficiale giudiziario medesimo, la nullita' della notificazione nei riguardi del destinatario (Cass. 17915/08; 7667/09). A questo orientamento ritiene di prestar fede, in coerenza con la lettura data dalle Sezioni unite alle garanzie del procedimento notificatorio di cui all'articolo 139 c.p.c..

Sono quindi da accogliere i primi due motivi di ricorso, restando assorbito il terzo, relativo alla tardivita' della contestazione della violazione, quale conseguenza del vizio di notifica dell'atto. La sentenza impugnata va cassata e la cognizione rimessa ad altro giudice di pace di Roma per lo svolgimento del giudizio di opposizione e la liquidazione delle spese di questo giudizio.

P.Q.M.

La Corte accoglie primo e secondo motivo di ricorso, assorbito il terzo. Cassa la sentenza impugnata e rinvia ad altro giudice di pace di Roma, che provvedere anche sulla liquidazione delle spese del giudizio di legittimita'.

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