Configura il reato di perquisizioni personali arbitrarie la condotta di un insegnante che ordina agli allievi, già sottoposti alla perquisizione di zaini e tasche, di spogliarsi per verificare che addosso non abbiano i soldi scomparsi a una bidella

Configura il reato di perquisizioni personali arbitrarie la condotta di un insegnante che ordina agli allievi, già sottoposti alla perquisizione di zaini e tasche, di spogliarsi per verificare che addosso non abbiano i soldi scomparsi a una bidella. Può correttamente essere esclusa la consapevolezza della illiceità della condotta quanto all'attività di verifica dei beni degli alunni, mentre va ravvisata invece in un comportamento che, incidendo sulla dignità e riservatezza personale degli stessi, si connota in termini di ben diversa gravità, immediatamente percepibile anche da parte di chi poteva, in relazione al primo segmento di condotta, avere erroneamente ritenuto di agire all'interno dei poteri disciplinari finalizzati ad un retto comportamento scolastico. Infatti sebbene sia identico l'obiettivo perseguito con l'attività di perquisizione dei beni e quella di ispezione degli alunni, lo stesso non può dirsi quanto alla materialità della condotta e della natura dei beni sacrificati.

Corte di Cassazione, Sezione 5 penale, Sentenza 27 novembre 2013, n. 47183

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