Siamo tre fratelli ed abbiamo ereditato uno stabile con tre appartamenti. Dopo diverse discussioni,s...

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Quesito risolto:
Siamo tre fratelli ed abbiamo ereditato uno stabile con tre appartamenti. Dopo diverse discussioni,siamo arrivati ad un accordo su come dividerci i - appartamenti.
Ora manca solo la firma dal notaio. Io ho avvisato uno dei miei fratelli che darò in comodato d’uso il mio appartamento al piano terra ad un mio nipote. Lo stabile, secondo nostri accordi, verrà diviso in - appartamenti, di cui il mio al piano terra con terreno che per meta diventerà di mia proprietà ,su questo terreno, che ora è un lotto unico, vorrei fare una recinzione per dividere le proprietà e costruire un ricovero auto “tutto questo in regola ,con permessi, ecc”.il mio nipote che farà uso dell’ appartamento è in possesso di due cani.
Ora che manca poco alla firma dal notaio “metà ottobre” mio fratello non vuole che io faccia i lavori di recinzione e non costruisca il ricovero auto e che io vieti mio nipote di portare i cani ”tutto questo sulla proprietà che diventerà mia. tutto questo minacciandomi che lui non firma il passaggio, lui vuole che io firmi una carta che mi impegni a rispettare tutte le sue richieste.
Se io firmassi le sue richieste “tutto questo per comodo e per farlo tacere” ,sarei obbligata per legge a rispettare i patti che ho firmato?
Come posso tutelarmi da una persona cosi?
Lui mi minaccia sempre che non firmerà il passaggio finche non si fa quello che vuole lui.
Grazie mille
Cordiali saluti


Inviato: 3750 giorni fa
Materia: Testamento
Pubblicato il: 07/10/2014

expert
Il Professionista ha risposto: 3746 giorni fa
Riscontro la sua richiesta di consulenza, come appresso.
Nel messaggio mi riferisce come lei ed i suoi fratelli siete in procinto di addivenire ad una divisione consensuale.
Mi riferisce che suo fratello ha condizionato però la sottoscrizione ad una sua rinuncia ad effettuare determinate opere sul lotto che le verrà assegnato in sede di divisione ed ad una rinuncia ad utilizzare il bene secondo una determinata destinazione.
Va subito premesso che un accordo, avente ad oggetto una rinuncia futura ad un suo diritto, sarebbe sicuramente nullo.
Non si può rinunciare, infatti, ad un diritto che non esiste al momento in cui si dispone dello stesso.

Vi è poi che la rinuncia in cambio di una controprestazione è una donazione indiretta, che sarebbe nulla se non vi è la volontà di beneficiare l'altra parte, come nel suo caso.
Trattasi invece di costrizione e non di volontà di gratificare suo fratello, comprimendo i suoi diritti.
Ed ancora una rinuncia senza una controprestazione della controparte solo per evitare il sorgere di una controversia è altrettanto nulla, perchè si avrebbe una transazione priva di un elemento fondamentale e cioè la presenza di reciproche concessioni.
Se viene costretto a firmare perchè minacciato, l'accordo è annullabile, poiché il consenso non è libero
Qualora una parte contrattuale faccia delle insistenti pressioni nei confronti dell'altra parte con lo scopo di indurla a ridefinire il contratto a condizioni più svantaggiose per quest'ultima, si configura la violenza morale, a seguito del cui accertamento può essere annullato l'accordo contrattuale stesso (nel caso di specie, la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di merito con la quale era stato disposto l'annullamento del contratto per la sussistenza della violenza morale ex articolo ---- c.c
Le premesse su esposte, mi indicono a sostenere che qualsiasi patto lei firmi nei termini esposti nel messaggio non avrebbe valore.
Tuttavia per sottrarsi allo stesso, dovrebbe intraprendere una causa affinchè lo stesso venga dichiarato nullo o annullabile.
Una volta sottoscritto, il contratto infatti, ex art.---- c.c che efficacia vincolante tra le parti.
Solo una pronuncia giudiziale ne elimina efficacia dichiarandolo nullo o inefficace.
Se pertanto deve esporsi ad una causa, sarebbe più giusto fare quella di divisione.
Suo fratello, infatti, non può costringerla a non sciogliere la comunione.
In sede di divisione, nessuno potrà imporle di non realizzare le opere che ritiene di effettuare o di precludere destinazioni etc.
Vi è poi che in genere le spese del giudizio di divisone vengono poste sulla massa.
Se invece uno dei condividenti ha causato la divisione giudiziale e pone in essere resistenza viene condannato alle spese.
Ne deriva che lei otterrà la divisione con rimborso delle spese.

Con la domanda di divisione se il bene è frazionabile in natura, come mi riferisce, può chiedere la sua quota oppure se non è frazionabile si può chiedere, ex art.--- c.c la vendita all'asta dell'intero e la divisione del denaro.
Si può chiedere inoltre l'assegnazione dell'intero con conguaglio in favore dell'altro condividente.
le consiglio di scrivere a mezzo di un legale e formalmente a suo fratello per esplicitare le su indicate ragioni invitandolo ad addivenire alla divisione.
Tenga conto che prima della divisione deve tentare la mediazione.
la mediazione è obbligatoria.
Si svolge dinanzi ad un centro che ha il compio di tentare a mezzo dei mediatori la conciliazione

Resto a disposizione per eventuali richieste di consulenza ed assistenza.
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