Il disagio sociale non giustifica le vessazioni contro il partner, escludendo la pronuncia di addebito

La valutazione di addebito deve passare attraverso la verifica che i comportamenti, assunti dal coniuge in piena coscienza e volonta', e contrari ai doveri fondamentali del matrimonio, pur se spiegabili con la storia personale del coniuge stesso, abbiano una incidenza causale diretta nel determinare una condizione di oggettiva intollerabilita' della convivenza. Ne consegue che le angherie e le vessazioni messe in atto dalla moglie nei confronti del marito non possono trovare giustificazione nel disagio sociale e culturale vissuto da una donna straniera nel nostro Paese. E' quanto affermato dalla prima sezione civile della Corte di Cassazione, che con sentenza n. 19450/2007 ha annullato con rinvio una pronuncia della Corte d'appello di Roma che aveva respinto la domanda di un uomo il quale chiedeva l'addebito della separazione alla ex moglie.

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